23.12.06

FYR MACEDONIA: INNOVAZIONI NELL'ACCORDO CEFTA

(ICE) - ROMA, 21 DIC - Il 19 dicembre scorso è stato firmato a Bucarest un accordo che perfeziona e innova il CEFTA (Central European Free Trade Agreement). Con tale accordo, raggiunto dopo laboriose trattative per superare alcuni problemi posti dalla Serbia e dalla Bosnia-Erzegovina, si crea una zona di libero scambio che comprende tutti i paesi dei Balcani occidentali, sostitutiva di un labirinto di 31 trattati bilaterali e cruciale per le prospettive di avvicinamento all'Unione Europea della regione. Il nuovo CEFTA, operativo dall'estate 2007, si puo' considerare esemplare per il suo contenuto: vengono annullate le sovvenzioni all'export in tutti paesi della regione; saranno uniformati e resi meno restrittivi i regimi per gli appalti pubblici, insieme con le normative per l'interscambio di servizi, per gli investimenti esteri e per la protezione della proprietà intellettuale. La partecipazione della Macedonia al CEFTA è strettamente collegata con il processo di avvicinamento del Paese verso l'UE. (ICE SKOPJE)

18.12.06

Panorama Internazionale

  • MALAYSIA: PROMOZIONE DEL CONSUMO INTERNO DI CACAO. APRONO I "KOKO BISTRŇ"

(ICE) - ROMA, 18 DIC - In Malaysia č previsto un incremento del consumo locale di cacao, per la produzione di cioccolata e dolciumi, pari al 5% nel prossimo anno. Il Ministro delle Piantagioni e delle Materie Prime ha affermato che tale incremento deriva dalla consapevolezza che il cacao č salutare. Occorrerŕ tuttavia intensificarne la promozione. Nonostante che la Malaysia sia un produttore di cacao, il consumo locale č sicuramente inferiore alle aspettative, soprattutto per quanto riguarda le bevande al cioccolato, che segnano un consumo di appena 0.68 kg pro-capite/anno, contro la media di 12 kg. dell'Europa. Nel 2005 la Malaysia ha venduto prodotti a base di cacao in Europa e Medio Oriente per circa 430 milioni di euro. Sul mercato nazionale il Malaysian Cocoa Board ( http://www.koko.gov.my/cocoanet) ha aperto a Kuala Lumpur il primo punto vendita "Koko Bistro", in cui si servono esclusivamente prodotti a base di cacao. I primi risultati sono incoraggianti e preludono all'apertura di altri punti vendita nel Paese. (ICE KUALA LUMPUR)


  • REP. CECA: RISTRUTTURAZIONE DELLA STAZIONE CENTRALE DI PRAGA. NEGOZI AL POSTO DEI GIARDINI PUBBLICI

(ICE) - ROMA, 18 DIC - Dopo tre anni di pianificazione e di preparazione, la scorsa settimana ha avuto ufficialmente inizio la riqualificazione della Stazione centrale di Praga. Nel corso di cinque anni essa sará trasformata letteralmente in una vetrina. I lavori prevedono un investimento di un miliardo di corone ceche (circa 35 milioni di euro) e saranno diretti dalla societá italiana Grandi Stazioni, la quale dirigerŕ via via le ristrutturazioni anche di altre stazioni, quali Hradec Králové, Mariánské Lázne e Karlovy Vary. I lavori non costeranno nulla alle Ferrovie Ceche, ma in cambio Grandi Stazioni otterrá il diritto di affittare per i prossimi trent´anni gli spazi commerciali della stazione ferroviaria, che comprendono un´area di 16.000 metri quadrati. Con i potenziali affittuari (tra i quali figurano la ditta Benetton e la rete dei fast food Autogrill) Grandi Stazioni ha giá avviato trattative. (ICE PRAGA)

  • POLONIA: SOLIDO IL MERCATO DELLA TELEFONIA CELLULARE

(ICE) - ROMA, 18 DIC - Gli operatori GSM nel mercato polacco gestiscono in totale oltre 3000 punti per la vendita di servizi ed accessori per la telefonia cellulare. Il valore del mercato viene stimato in 600-800 mln PLN, cioč 150-200 milioni di Euro. In Polonia operano 3 operatori di telefonia cellulare con reti di vendita dei servizi di proporzioni analoghe -circa 1000 punti vendita ciascuno. Il mercato č polarizzato: il gruppo Germanos gestisce 320 punti di vendita dell'operatore ERA e 170 punti di vendita dell'Orange. Il maggiore dealer dell'operatore Plus GSM č invece mPunkt con 205 negozi, seguito da Liberty con 157 negozi e T1 con 150 negozi. Il mercato della rete di distribuzione di telefonia cellulare č comunque dominato dagli operatori GSM, anche se la societŕ Germanos attualmente gestisce circa 500 punti di vendita cioč circa il 17% del totale del mercato dei dealer. (ICE VARSAVIA)

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16.12.06

Panorama Internazionale

  • TURCHIA: OLTRE 14.000 LE IMPRESE A CAPITALE ESTERO. SEMPRE PIU' ATTIVE LE ITALIANE

(ICE) - ROMA, 15 DIC - Secondo i dati forniti dal Sottosegretariato al Tesoro turco, elaborati dall'Ufficio ICE di Istanbul, al 30 settembre 2006 erano presenti in Turchia 14.208 imprese a capitale estero. Nei primi 9 mesi dell'anno in corso, sono state costituite 2.513 nuove imprese, di cui 1.994 aziende costituite localmente ex-novo, 471 sussidiarie di imprese estere e 48 filiali. Se si considerano le 14.208 imprese a capitale estero presenti in Turchia dal 1954 ad oggi, 11.306 sono imprese costituite in loco ex-novo, 2.486 sono sussidiarie e 416 filiali. Delle 14.208 imprese estere, oltre 10.000 sono state costituite nel periodo 1999-2006. La maggior parte delle imprese estere presenti in Turchia (4.803, ovvero il 28,7% del totale) operano nel campo commerciale; seguono a ruota le imprese industriali (2.863; 20,2% del totale), con in testa i settori tessile e chimico. Un alto numero di investimenti esteri ha luogo anche nei settori: -Immobiliare (1.765 imprese; 12,4%); -Trasporti e Comunicazioni (1.221 imprese; 8,6%); -Hotel e Ristoranti (1.103 imprese; 7,8% del totale). Geograficamente l'area che attrae i maggiori investimenti dall'estero è quella di Istanbul (7.946; 56% del totale). Seguono Antalya (1.655 imprese; 11,6% del totale), Ankara (1.010 imprese; 7,1%), Izmir (871; 6,1%), Mugla (788 imprese; 5,5%), Bursa (290 imprese; 2%), Mersin (276 imprese; 1,9%), Aydin (205 imprese; 1,4%), Kocaeli (180 imprese; 1,3%) ed Adana (111 imprese; 0,8% del totale). Nei primi nove mesi dell'anno in corso il totale degli investimenti diretti esteri affluiti in Turchia è ammontato a 12,8 miliardi di dollari (nel 2005 -stesso periodo- il dato era stato di 3,35 miliardi di dollari). Lo stock di investimenti dall'estero supera ora -secondo stime non ufficiali- i 76 miliardi di dollari. Per quanto attiene l'Italia, deve essere segnalato che le imprese presenti con investimenti diretti al 30/9/06 erano 502 (3,5% del totale delle imprese estere presenti in Turchia), cresciute a 516 al 30 novembre 2006. Come numero di aziende l'Italia si colloca al settimo posto, preceduta da Germania (2.435 imprese), Regno Unito (1.226), Paesi Bassi (1.098), Iran (783), USA (696) e Russia (557). Per quanto attiene il volume degli investimenti diretti italiani, il dato ufficiale di Banca Centrale Turca e Sottosegretariato al Tesoro è fermo al 2005 e segnalava 4,1 miliardi di dollari, con una stima per l'anno in corso di un incremento di oltre 300 milioni di euro. La posizione dell'Italia era al sesto posto (6,5% del totale investito dall'estero in Turchia al 31/12/05, pari a 63,3 miliardi di dollari), preceduta da Paesi Bassi (14 miliardi $), Francia (7,5 miliardi $), Germania (6,6 miliardi $), Regno Unito (5,6 miliardi $) e Stati Uniti (4,6 miliardi di dollari). (ICE ISTANBUL)



  • SVEZIA: CONTINUA IL FORTE ANDAMENTO DEL COMMERCIO ESTERO

(ICE) - ROMA, 15 DIC - L'export svedese è aumentato durante il terzo quadrimestre di quest'anno del 6,1 per cento in volume rispetto all'anno scorso. Nel contempo le importazioni sono aumentate dell'8,8% in volume in confronto allo stesso periodo del 2005. Considerando invece l'intero periodo gennaio-settembre 2006, l'aumento dell'export è dell'8% e l'import del 7,6% rispetto al 2005. Nel settore della meccanica, considerando il periodo gennaio-settembre 2006, sono aumentate le esportazioni del 9% (di cui prodotti elettrici ed elettronici di oltre il 12% e i gli autoveicoli, inclusi i componenti ed accessori, del 6%). Le importazioni del settore meccanico sono anch'esse aumentate del 12% (i prodotti elettrici ed elettronici hanno registrato un aumento del 15% e gli autoveicoli dell'11%). (ICE STOCCOLMA)

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14.12.06

Norme Dogane e Valute

LIBANO: DIMINUZIONE DELLE TASSE SULL' IMPORTAZIONE DI ALCUNI PRODOTTI FINITI

(ICE) - ROMA, 12 DIC - Il Consiglio Superiore delle dogane del Libano ha esonerato dalle tasse sulle importazioni -a titolo eccezionale e per una durata di nove mesi- i prodotti finiti importati simili a quelli fabbricati localmente dalle industrie danneggiate durante l'offensiva israeliana. Tali prodotti erano sottoposti ad alte imposizioni, dell'ordine del 70%, ma in questo periodo saranno soggetti alle stesse tasse d'importazione previste per le materie prime, cioè del 5%. A titolo d'esempio, la fabbrica danneggiata Liban-Lait potrebbe importare del latte pagando una tassa d'importazione basata su quella delle materie prime e dunque del 5%, in attesa di riprendere la sua attività. (ICE BEIRUT)


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8.12.06

Panorama Internazionale: e Affari in corso

  • TURCHIA: UN SUMMIT RAFFORZA I LEGAMI ECONOMICI E COMMERCIALI BILATERALI CON L'IRAN

(ICE) - ROMA, 07 DIC - In seguito a una visita di Stato in Iran, guidata dal Primo Ministro Erdogan e dal Ministro dell'Energia Guler e ritenuta da molti analisti "storica" per l'ampiezza degli argomenti politici ed economici toccati il numero e il livello delle autorità locali incontrate (dal Presidente Ahmadinejad, alla guida spirituale Ali Khamanei, al Vice Presidente Davoudi, e altri), è interessante evidenziare come l'interscambio commerciale bilaterale e gli accordi economici abbiano assunto un ruolo centrale nelle relazioni fra i due paesi. Negli ultimi due anni il commercio è passato da circa un miliardo di dollari del 2004, a 4,4 miliardi di dollari del 2005, mentre nell'anno in corso (periodo gennaio-ottobre), si è giunti già a quota 5,6 miliardi di dollari. I rappresentanti dei due paesi durante gli incontri hanno voluto porre in evidenza che il livello dell'interscambio potrebbe raggiungere la quota di 10 miliardi di dollari entro pochi anni, sostenuto da relazioni sempre più intense sia sul fronte energetico (l'Iran è il secondo fornitore di gas naturale della Turchia dopo la Russia) che delle forniture di macchinari turchi alle imprese iraniane che necessitano di tecnologie più moderne, soprattutto nel settore petrolifero e dell'impiantistica in generale. Il Premier turco Erdogan ha soprattutto evidenziato che bisogna assolutamente operare affinché si giunga a una riduzione dello squilibrio della bilancia commerciale bilaterale, attraverso maggiori esportazioni turche in tutti i settori (2,6 miliardi di dollari nel 2005 e 4 miliardi $ nei primi 10 mesi dell'anno in corso il deficit turco). Di notevole interesse sono risultati i temi delle infrastrutture -dove i contractors turchi potranno svolgere un ruolo centrale- e degli investimenti diretti bilaterali. Altri temi di rilievo sono risultati il turismo, il tessile/abbigliamento e la sanità. (ICE ISTANBUL)

  • POLONIA: CONSOLIDAMENTO DELLE RETI GDO

(ICE) - ROMA, 07 DIC - La multinazionale francese della GDO Carrefour ha rilevato in Polonia i 180 punti vendita della rete Albert e 15 supermercati di Hypernova dal gruppo danese Ahold, pagando 375 milioni di Euro. In questo modo la rete Carrefour è diventata il terzo più grande operatore sul mercato polacco, dopo il leader Jeronimo Martins e Tesco Polska. La battaglia per il mercato della distribuzione commerciale, che vale in Polonia 135 miliardi di zloty (circa 34 miliardi di Euro), non finisce con questa operazione. Per l'anno prossimo è previsto l'ingresso sul mercato della rete tedesca di discount Aldi e del gigante americano Wal-Mart. (ICE VARSAVIA)


  • LIBANO: SLITTA AL 2007 LA CREAZIONE DELL' ASSOCIAZIONE LIBANESE DEL FRANCHISING

(ICE) - ROMA, 07 DIC - E' stata posticipata al 2007 la costituzione dell'Associazione Libanese del Franchising (A.L.F.), prevista per i primi di dicembre. L'Associazione, presieduta da Charles Arbid, raggruppa una cinquantina di uomini d'affari tra cui industriali, commercianti e operatori turistici. L'Associazione opererà in coordinamento con i Ministeri dell'Economia, dell'Industria, del Turismo, del Centro Euro-Libanese di modernizzazione dell'Industria e della CCIA di Beirut. Il Presidente Arbid asserisce che l'A.L.F. è sostenuta dalle varie autorità pubbliche e che intende partecipare allo sviluppo dell'economia libanese secondo le regole del codice di deontologia europeo; si tratta di un codice istituito dalla Federazione Francese del Franchising e adottato nelle sue disposizioni dal Consiglio Mondiale del Franchising. (ICE BEIRUT)

  • REP. CECA: IMPORT DI PRODOTTI ALIMENTARI "BIO" PER SODDISFARE LA DOMANDA LOCALE

(ICE) - ROMA, 07 DIC - Sul mercato ceco risultano insufficienti i prodotti alimentari biologici di provenienza locale. Le vendite del settore registrano un aumento pari a circa il +30% l'anno, ma la maggior parte dei prodotti sono importati. "La domanda supera l'offerta dei fornitori cechi, e così siamo costretti a importare la maggior parte delle merci" dice il direttore commerciale di una nota catena commerciale. (ICE PRAGA)

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6.12.06

I documenti del trasporto marittimo

La polizza di carico

La consegna di merci di cui deve essere effettuato il trasporto via mare richiede che il caricatore (intendendosi per tale il soggetto che rimette la merce al vettore) presenti al vettore una dichiarazione indicante la natura, la qualità e la quantità delle cose da trasportare, nonchè il numero dei colli e le marche che li contrassegnano.
Il vettore o, al suo posto, l'agente raccomandatario che lo rappresenta nel porto di imbarco, all'atto della consegna delle merci è tenuto a rilasciare, su richiesta del caricatore, una polizza "ricevuto per l'imbarco". Va detto che questo documento non è in pratica usato poiché attesta soltanto l'avvenuta consegna della merce nell'ambito portuale ed operativo del vettore.
Il caricatore ha tuttavia facoltà di richiedere al vettore o al suo agente il rilascio di un documento attestante l'avvenuto imbarco sulla nave, ovvero la polizza di carico che, come la polizza "ricevuto per l'imbarco", è titolo rappresentativo delle merci in esso indicate nel senso precisato dall'art. 1996 del Codice Civile: il possessore del titolo ha diritto alla consegna delle merci in esso specificate, ne ha il possesso e ne può conseguentemente disporre mediante semplice trasferimento del titolo (ed in ciò si sostanzia la cosiddetta negoziabilità).

  • Le convenzioni internazionali

La disciplina della polizza di carico è contenuta nel Codice della Navigazione italiano (che raramente trova applicazione) e in Convenzioni internazionali, e più precisamente nella Convenzione internazionale per l'unificazione di alcune regole in tema di polizza di carico, sottoscritta a Bruxelles il 25 agosto 1924, approvata e resa esecutiva in Italia con R.D.L. 6 gennaio 1928, n. 1958.
Tale Convenzione è stata modificata con due protocolli aggiuntivi firmati a Bruxelles il 23 febbraio 1968 ed il 21 dicembre 1979, ratificati dall'Italia, ed è stata sottoposta a completa revisione ad Amburgo il 31 marzo 1978.

  • Polizza "ricevuto per l'imbarco" e polizza di carico

Si è detto che la polizza "ricevuto per l'imbarco" fa prova dell'avvenuta consegna delle merci al vettore mentre la polizza di carico fa prova dell'avvenuto carico delle merci sulla nave: attraverso la menzione dell'avvenuto imbarco apposta sulla polizza "ricevuto per l'imbarco", effettuata con la formula "shipped" o "on board ", essa assume valore di polizza di carico.
Sia la polizza "ricevuto per l'imbarco" sia la polizza di carico devono essere datate e sottoscritte da chi le rilascia e, secondo il nostro ordinamento, devono indicare:

* nome e domicilio del vettore
* nome e domicilio del caricatore
* luogo di destinazione e, quando la polizza è nominativa, nome e domicilio del destinatario
* natura, qualità e quantità delle cose da trasportare, nonchè numero dei colli e marche che li contrassegnano
* stato apparente delle merci e degli imballaggi
* luogo e data di consegna.

Oltre a tali indicazioni la polizza di carico deve anche indicare:

* nome e numero, ufficio di iscrizione e nazionalità della nave su cui la merce è stata imbarcata
* luogo e data di caricazione.

Le polizze vengono emesse su moduli a stampa predisposti dal vettore, che riportano a tergo le condizioni generali che disciplinano il trasporto.
Generalmente vengono emessi tre originali ed uno o più duplicati non negoziabili in virtù di una specifica annotazione apposta sul titolo: negli originali è inserita una clausola in virtù della quale quando uno di essi viene onorato, attraverso la consegna della merce, gli altri si considerano nulli.
Inoltre le polizze recano frequentemente il cosidetto "notify" (letteralmente: "notificare a.....") e cioè l'indicazione del soggetto che deve essere avvisato dell'avvenuto arrivo a destino della merce.
La fase relativa all'emissione delle polizze è preceduta dalla fase relativa alla stipulazione del contratto di trasporto: in particolare costituisce oggetto di tali trattative la determinazione del corrispettivo del trasporto stesso, denominato "nolo", e quella relativa alla prenotazione dello spazio necessario per la merce da imbarcare sulla nave ("booking").

  • Circolazione delle polizze

La polizza "ricevuto per l'imbarco" e la polizza di carico possono essere emesse al portatore o all'ordine o al nome di un soggetto determinato.
Poichè il trasferimento di un titolo rappresentativo di merci attribuisce a chi lo possiede il diritto alla consegna delle merci in esso specificate oltre al loro possesso ed al potere di disporne mediante trasferimento del titolo, la polizza al portatore costituisce un caso eccezionale, essendo evidente la gravità dei rischi connessi ad un suo smarrimento o furto.
E' invece generalizzato l'uso delle polizze all'ordine in forza delle quali è possibile operare il trasferimento della merce anche mentre essa si trova in viaggio ovvero compiere su di essa operazioni finanziarie o di altra natura, pur non avendone il possesso materiale ed evitandone la manipolazione.

  • Data di emissione

La polizza "ricevuto per l'imbarco" e la polizza di carico devono essere datate con l'indicazione del giorno di effettiva consegna della merce ovvero di effettiva caricazione di essa sulla nave.
Esigenze commerciali hanno determinato l'insorgere di prassi contrastanti con tali prescrizioni, dovendo soddisfare esigenze del caricatore o del destinatario anche di natura bancaria, valutaria o di altro genere.
Esse vengono quindi emesse talvolta prima dell'effettiva consegna della merce al vettore ovvero prima dell'imbarco sulla nave: ciò comporta tuttavia l'assunzione di responsabilità da parte di chi emette il titolo sia sotto il profilo civile sia anche sotto quello penale. L'emissione viene in tali casi subordinata al rilascio di una dichiarazione di manleva dalle responsabilità che ne possono derivare.
In conseguenza del fatto che le polizze costituiscono titolo rappresentativo delle merci in esse indicate, nella pratica commerciale sono considerate "vecchie" e quindi vengono rifiutate alla negoziazione le polizze emesse in data anteriore al periodo di tempo presumibilmente necessario per il compimento del viaggio, dovendosi ritenere che nel frattempo la merce possa essere giunta a destinazione ed essere stata negoziata dal ricevitore.

  • Clausole di riserva

La polizza di carico fornisce anche la prova del contratto di trasporto. In base alle norme che disciplinano tale contratto, il vettore è responsabile della perdita o dell'avaria delle cose consegnategli per il trasporto dal momento in cui le riceve al momento in cui le riconsegna, nonchè dei danni per il ritardo, a meno che provi che la causa della perdita, delle avarie o del ritardo non è stata, nè in tutto nè in parte, determinata da colpa sua o da colpa commerciale dei suoi dipendenti e preposti (art. 422 del Codice della Navigazione).

Il vettore ha quindi un evidente interesse a far rilevare, nel momento in cui riceve dal caricatore le merci, l'esistenza di circostanze anteriori a tale consegna, idonee a fornire la prova che la perdita o l'avaria è antecedente alla consegna, allo scopo di esonerarsi dalle responsabilità poste a suo carico dalla legge.
Conseguentemente il vettore od il comandante della nave o l'agente raccomandatario del vettore possono verificare le indicazioni fornite dal caricatore relativamente alla natura, qualità e quantità della merce nonchè al numero dei colli ed alle marche di contrassegno. Quando tale verifica non sia possibile in tutto od in parte, possono invece inserire in polizza le proprie riserve in ordine all'esattezza di tali indicazioni.

In mancanza di riserve la polizza viene definita nel linguaggio commerciale "pulita" o "netta" (clean, net). In tal caso la natura, la qualità e quantità delle merci, nonchè il numero e le marche dei colli consegnati al vettore, si presumono fino a prova contraria conformi alle indicazioni della polizza (art. 462 del Codice della Navigazione) rendendo quindi operante la presunzione di responsabilità posta a carico del vettore in ordine alla perdita o all'avaria delle merci.

Le polizze su cui siano state apposte riserve (che per produrre in pieno i loro effetti devono comunque essere specifiche) vengono comunemente definite polizze "sporche". Ovviamente le riserve apposte in una polizza comportano una limitazione alla negoziabilità del titolo e delle merci in esso indicate, facendo supporre che le caratteristiche di esse non corrispondano a quelle indicate dal caricatore.
Allo scopo di evitare tali effetti, la prassi commerciale ha introdotto, anche in questo caso, l'uso di far rilasciare dal caricatore al vettore una lettera di garanzia, per manlevare quest'ultimo dalle conseguenze del rilascio di una polizza "netta" nel caso in cui sussistano i presupposti per la formulazione di riserve.
Si tratta ancora una volta di una prassi discutibile sia sotto il profilo della legalità, sia sotto quello dell'efficacia, proprio in conseguenza della sua dubbia legalità.

  • Riconsegna del carico

Il legittimo possessore della polizza di carico ha diritto di ottenere dal vettore la consegna della merce indicata nel titolo contro consegna della polizza.
Accade però frequentemente, sia a causa di disservizi postali o di altro genere, sia anche a causa di trasferimenti, che quando la nave giunge al porto di arrivo il destinatario della merce non sia ancora in possesso della polizza.
In tali casi il vettore non potrebbe, a stretto rigore, riconsegnare la merce: allo scopo di evitare il pregiudizio che potrebbe derivare da una rigida applicazione del principio, è invalso nella pratica commerciale l'uso (riconosciuto legittimo anche in sede giurisprudenziale), da parte del destinatario, di rilasciare al vettore una lettera di garanzia emessa da una banca, in virtù della quale questi viene manlevato da tutte le conseguenze derivanti dalla consegna della merce senza contestuale presentazione e consegna della polizza di carico.

Tale lettera di garanzia deve avere validità fino al momento in cui il destinatario acquista disponibilità della polizza e ne effettua la consegna al vettore.
Allo scopo di coprire concretamente le responsabilità del vettore, la lettera di garanzia deve comprendere tutte le conseguenze derivanti dalla consegna della merce, la quale viene comunque effettuata alle condizioni di polizza.

(autore: Giovanna Bongiovanni - Consulente Centro Estero Lombardia)
FONTE: mglobale.it

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Dogane

La Dogana, in Italia specificatamente Agenzia delle Dogane, dipendente direttamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, è un ente pubblico dotato di personalità giuridica preposto al controllo dell'entrata e dell'uscita delle merci dal territorio nazionale, sia che si tratti di materiali a seguito dei viaggiatori che di trasporto di merci.

Indice

  • Cos'è la Dogana

    Cenni storici

    Le prime testimonianze di un organo paragonabile alle odierne Dogane si ha nell'Antica Grecia, circa 2500 anni fa, quando all'entrata della città di Atene, nel porto del Pireo, le merci ivi transitanti venivano sottoposte ad una tassa (sembra del 2%) denominata pentecosté. Imposizioni simili avvenivano anche ai tempi dell' Antica Roma dove veniva imposta una tassa di transito attraverso i territori occupati e dove nacque il termine datium (il dare) che ancora oggi utilizziamo, il dazio. Una caratteristica di queste imposizioni primitive è comunque che non erano tassazioni protezionistiche, ma di semplici introiti per le casse statali.

    Una prima forma di tassazione più simile a quella odierna viene considerata quella che a partire dal VIII secolo d.C. veniva imposto in Europa sulle merci in arrivo dall'Estremo Oriente; infatti sul Canale del Bosforo dei funzionari di Dogana preposti provvedevano all'incasso del 10% sul valore della merce. Unitamente ai materiali, sempre dall'Oriente pare sia stata importata anche la parola dogana, derivata dal termine diwan che indicava sia la parte amministrativa e contabile dello Stato che il mobile da cui il visir prendeva le sue decisioni e da cui è anche nato il termine divano.

    Questi primi esempi sono stati sempre più perfezionati nei secoli successivi; la riscossione di tasse sulle merci in entrata nel proprio territorio è stata applicata sino ai giorni nostri e utilizzata da tutte le ideologie politiche.

    Dopo la parentesi storica con l'utilizzo nel Medioevo della tassazione sulle merci in entrata nei vari Regni, Ducati e Principati quale semplice vessazione da parte dei signorotti, si può far risalire, almeno in Italia, i primi utilizzi della Dogana moderna alla seconda metà del XVIII secolo ; a questo periodo storico si fanno risalire le prime imposizioni daziarie fatte per incentivare e proteggere le nascenti industrie nazionali, specialmente del settore tessile.

    Si redasse in quel periodo la prima Tariffa Doganale che metteva in relazione i dazi con il tipo di merce importata, più alti per quelle merci che si voleva fossero costruite all'interno del territorio nazionale. Per evitare troppe ritorsioni e per esigenze di interscambio con le altre Nazioni nacquero i primi trattati bilaterali dove venivano pattuite esenzioni o riduzioni dei dazi stessi in cambio di altrettante concessioni (su altre merceologie) dalla parte opposta. All'inizio della prima guerra mondiale l'Italia aveva stretto accordi bilaterali praticamente con tutte le Nazioni del Mondo.

    Dopo i due conflitti mondiali nasce l'idea di un grande mercato Europeo dove una delle principali innovazioni è proprio l'abolizione dei Dazi per le merci scambiate all'interno delle Nazioni facentene parte; da questa idea nasce nel 1951 la CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio), primo esempio di materiali circolabili tra le 6 nazioni aderenti (Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo ) senza alcuna imposizione di Tasse se non l'IVA Nazionale. Naturalmente è questo l' esperimento che preclude alla nascita pochi anni dopo della CEE.

  • La Dogana odierna

    Ai giorni nostri la Dogana ha diversi compiti, dei quali alcuni poco conosciuti, ma principalmente rimane l'ente addetto a controllare i traffici delle merci, non solo ai fini impositivi ma anche in difesa dell'industria e del consumatore nazionale. Per meglio comprendere l'iter e le pratiche seguite da una merce una volta giunta in Dogana è bene sapere:

  • La Tariffa Doganale (TARIC)

    Ogni merce deve per prima cosa essere classificata, cioè abbinata ad un numero specifico. Per farlo, internazionalmente si utilizza la Tariffa Doganale Armonizzata (HTS), un prontuario diviso in Sezioni e Capitoli ordinati per tipologia merce (ad esempio la Sezione I è relativa agli animali vivi, la Sezione II ai prodotti del regno vegetale, fino alla Sezione XX relativa ai Prodotti diversi non classificati altrove e alla Sezione XXI che tratta delle Opere d'arte). Le "Voci" di questa Tariffa Armonizzata sono composte da 6 cifre. Ogni Stato può suddividere ulteriormente le merci comprese in queste voci, perciò dalla settima cifra in poi le varie tariffe doganali sono diverse fra di loro. La Tariffa europea si chiama TARIC ed i codici sono di 10 cifre.

    Utilizzando questo metodo di classificazione si ottiene il risultato che, ad esempio, il codice doganale HTS 620462 comprende, in tutto il mondo, i pantaloni lunghi, gli shorts, e le salopette di cotone per donna. Nella Taric europea troveremo invece separatamente classificati i tre capi ed anche altre loro caratteristiche (se da lavoro, se sono di velluto, di jeans, se fatti a mano eccetera). Ovviamente ognuno di questi codici di 10 cifre comincerà con la parte comune "620462** **" .

  • L'esportazione della merce dallo Stato

    In caso di uscita delle merci dallo Stato, la Dogana ha il compito di controllare che le merci siano di libera esportazione, non soggette pertanto a vincoli specifici o a preventive autorizzazioni da parte di altri organi preposti (vedasi ad esempio l'esportazione di opere d'arte soggette a beneplacito da parte della Sovraintendenza alle belle arti o di materiali ad alta tecnologia destinate all'industria bellica controllate a loro volta dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana). Contemporaneamente, e sovente con la collaborazione dello spedizioniere doganale, rilascia all'Azienda esportatrice la cosidettà Bolla Doganale, cioè la conferma della correttezza della spedizione, utilizzabile quale giustificazione della mancata applicazione dell'IVA

  • L'importazione nel territorio nazionale

    Nel caso di arrivo del materiale dall'estero, la Dogana, oltre che al controllo delle regolarità del traffico è preposta anche all'incasso degli oneri doganali. Previa la catalogazione delle merci in base alla Tariffa Doganale è necessario accertare l'Origine della merce. Con questi due dati è possibile innanzitutto controllare se trattasi di libera importazione, importazione contingentata a licenza (ricordiamo il caso dei diversi prodotti tessili soggetti ad un massimale dalla Cina o quello del passato in cui erano contingentate le automobili in arrivo dall'Estremo Oriente) o ne sia vietata l'importazione (è il caso di alcuni animali o derivati da animali in via di estinzione) oppure se si tratta di merce soggetta a strettissime formalità autorizzative (armi, droghe, ecc.,).

    Il secondo passo è quello di calcolare l'eventuale dazio a cui sottoporre il materiale; si tratta di una tassa nata in tutti gli stati del mondo per fini protezionistici e fiscali. Attualmente i dazi hanno perso molta parte della loro azione protettiva nei confronti dei prodotti nazionali o comunitari in quanto le loro aliquote si sono ridotte o addirittura azzerate in seguito ad accordi internazionali. I dazi sono applicati sulla base della Tariffa Doganale (TARIC) e sono definiti “risorse proprie” dell’UE in quanto, a parte una piccola percentuale spettante allo Stato percettore, finiscono nella casse dell’Unione Europea.

    L'importo del dazio viene calcolato sul valore statistico del materiale che è definito come il valore della merce nel momento in cui varca il confine della Comunità e comprende, oltre al valore di transazione (fattura) tutte le spese, di ogni tipo, sostenute fino al quel momento sulla merce in questione (dal trasporto, all’assicurazione, alle eventuali spese nello stato di spedizione, ecc.). Quindi, in base ai termini di resa della compravendita concordata con le regole dell'INCOTERMS, il valore del trasporto può essere aggiunto o parzialmente detratto dall'importo indicato sulla fattura (per es. viene aggiunto se la resa è FOB e viene detratta la parte interna se la resa è CIF).

    Il passo successivo è il calcolo dell'IVA dovuta per la cui base di imponibilità si somma al valore di fattura l'importo dei dazi e l'importo del trasporto comunitario se non già calcolato nell'ammontare della fattura di acquisto.

    Effettivamente, tutti i suddetti controlli vengono effettuati dalla dogana sulla base della “dichiarazione” presentata dall’importatore quasi sempre tramite un doganalista, o spedizioniere doganale, in cui sono già presenti tutti i suddetti dati. Un eventuale accertamento, anche postumo, di maggiori diritti rispetto alla dichiarazione, dà luogo all’applicazione di penalità.

    Attualmente la dogana italiana effettua rigorosi controlli sul rispetto delle norme di sicurezza, marchio CE, contraffazione ed in generale sul rispetto di tutte le norme relative alle merci importate. Questo, che a prima vista potrebbe sembrare opprimente per i traffici, è della massima importanza per la protezione del consumatore e delle aziende nazionali che producono in regola con le norme vigenti.

    Poiché il territorio doganale è un’unica entità per i 25 Stati dell’Unione, questi sforzi sono spesso vanificati dalla scelta degli importatori di far arrivare le merci attraverso altri Stati comunitari, cercando di approfittare delle nazioni in cui le dogane intendono la loro mansione in funzione prettamente economica e pertanto non effettuano alcun controllo, soprattutto se le merci sono destinate ad importatori di altri Stati membri.

  • Merci in transito

    Nel caso di merci transitanti attraverso il territorio dello Stato, arrivate ad esempio dall'estero in un porto o aeroporto, e destinate ad altra Nazione (o anche ad altra dogana interna italiana), la Dogana si deve accertare che il materiale non venga illegalmente posto sul mercato, a tal fine emette una Bolla Doganale di Transito; un soggetto del trasporto, normalmente uno spedizioniere, si prende impegno, anche con garanzie economiche, che la merce giungerà alla destinazione dichiarata, pena l'escussione di multe anche molto elevate.

  • Operazioni di temporanea importazione e temporanea esportazione

    Capitano sovente i casi in cui delle merci vengano trasportate provvisoriamente in uno Stato diverso, ad esempio per essere riparate, in questo caso si parla di operazioni di temporanea importazione o temporanea esportazione. In questo caso il compito della Dogana è quello di accertare che le operazioni avvengano nel rispetto delle leggi; nel caso di importazione, per garantirsi da alcune possibili illegalità (quale ad esempio che merci arrivate temporaneamente vengano immesse sul mercato senza la liquidazione dei diritti doganali e dell'IVA) richiede il deposito di un determinato importo, restituito solamente a conclusione regolare dell'operazione.

  • La Dogana in evoluzione

    Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo velocissimo dell'informatica, le Dogane, in tutto il Mondo, hanno subito una veloce evoluzione e se, fino ad una ventina di anni fa, le Bolle Doganali erano compilate manualmente, su fogli spesso molto estesi e con controlli alquanto lunghi e laboriosi, oggi tutto avviene in tempo reale.

    Sono state predisposte delle procedure semplificate, sia presso le Dogane stesse che presso degli spedizionieri autorizzati, riducendo di molto i tempi tecnici necessari per effettuazione di una pratica doganale. Un secondo passo molto importante è stato il provvedere ad una centralizzazione dei dati presso il Ministero a Roma accelerando molti dei controlli di routine sulle Aziende Esportatrici e Importatrici. Infine si è anche molto ampliata la collaborazione tra le Dogane dei vari Stati.

    Con la modernizzazione e con una politica di collaborazione nei confronti delle industrie e del privato cittadino, la Dogana sta cercando di perdere la sua connotazione secolare di esattore per essere invece considerata un anello importante e necessario della catena produttiva.

    Una lamentela attuale da parte del mondo del lavoro è la presenza di un abnorme numero di controlli attualmente effettuati sull'esportazione di comunissime merci, fra l'altro con grande dispendio di energie umane ed economiche, accettato solamente con la speranza che la Dogana tenda probabilmente ad acquisire una maggior familiarità con gli esportatori italiani al fine di arrivare, come in tutto il resto dell'Unione, a considerare l'esportazione una risorsa da aiutare in qualsiasi maniera e focalizzare le proprie energie su un'opera di "intelligence" per stroncare eventuali traffici illeciti di sensibile importanza.
(fonte: Wikipedia)

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4.12.06

LA COMPRAVENDITA INTERNAZIONALE

PROFILI OPERATIVI DELLE OPERAZIONI CON L'ESTERO
  • PROBLEMI E RISCHI DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
  • IL CONTRATTO DI VENDITA INTERNAZIONALE
  • LE GARANZIE BANCARIE INTERNAZIONALI

Documento a cura di ICC Italia
Camera di Commercio Internazionale

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1.12.06

MADE IN ITALY COME SINONIMO DI QUALITA'

DESIGN, INNOVAZIONE: FIORE ALL'OCCHIELLO
DELL'IMMAGINE ITALIANA NEL MONDO

Commissionata dall'ICE e dal Comitato Leonardo la prima grande ricerca/sondaggio su "come ci vedono gli altri": una sorta di inventario dei beni italiani visti attraverso le esperienze e i desideri di russi, cinesi, statunitensi e svedesi. E l' italian dream si conferma all'insegna della tecnologia produttiva.
Non solo enogastronomia, paesaggi naturali e siti archeologici, moda, calcio, mare, sole, arte: l'immagine italiana all'estero - oggi più che mai - rivoluziona i suoi canoni stereotipati di percezione da parte degli stranieri per far spazio alla cognizione del prodotto "made in Italy" come frutto di qualità produttiva, innovazione tecnologica e design.

E' quanto emerge dalla ricerca/sondaggio commissionata dall'ICE e dal Comitato Leonardo all'Istituto Piepoli: un vero e proprio "spaccato" degli asset su come è visto il nostro Sistema Paese all'estero.
La ricerca, intitolata "L'immagine dei prodotti italiani in Cina, Russia, Svezia e Stati Uniti", mette in evidenza interessanti differenze fra le varie nazioni prese in esame, ma nel contempo mostra come tutti gli intervistati siano concordi nell'abbinare al sogno italiano la caratteristica essenziale della qualita', che viene concepita come inseparabile dall'innovazione tecnologica e dalla bellezza del design, frutto dei continui investimenti nella ricerca da parte delle imprese.

""La qualità dei nostri prodotti all'estero non è in discussione: la creatività, l'eleganza, il 'saper fare' sono doti riconosciute al Made in Italy. L'Istituto nazionale per il Commercio Estero, con centinaia di iniziative in tutto il mondo, ha cercato di accendere e tenere vivo quell'interesse necessario a cogliere, come sistema paese, le grandi opportunità di crescita delle nostre produzioni all'estero. In questo anche il ruolo del Comitato Leonardo è decisivo"", dichiara Beniamino Quintieri, presidente ICE.

""I Paesi scelti per la Ricerca in oggetto"", afferma Laura Biagiotti, presidente del Comitato Leonardo, "" rappresentano quattro "punti cardinali" sia per la loro importanza sia per le differenze che li caratterizzano"".
Gli Usa, innanzi tutto, costituiscono un mercato "storico" perché qui - negli anni '50 - si è inventato il concetto di Made in Italy: gli statunitensi sono stati i nostri primi compratori e oggi continuano ad essere il primo mercato per le nostre esportazioni dopo l'Unione Europea. E poi la Russia e la Cina che si presentano come le nuove frontiere del Made in Italy in quanto sono i mercati in maggiore espansione su cui si misura la sfida del Terzo Millennio nella globalizzazione; infine, la Svezia come simbolo delle nazioni scandinave, che costituiscono mercati di rilievo con caratteristiche economiche e culturali di particolare dinamicità.

Quattromila gli intervistati complessivamente nei quattro Paesi interessati (con un campione rappresentativo di mille persone per nazione). A queste interviste, in ogni singolo Paese analizzato, si sono aggiunte 10 interviste più approfondite ad opinion leaders quali businessmen, giornalisti e grandi importatori di prodotti italiani.
Proprio da queste categorie di persone, concordi nel sottolineare - a loro volta - che innovazione tecnologica, alto livello qualitativo e design sono le caratteristiche che contraddistinguono i prodotti realizzati nel nostro Paese - arriva un input stimolante per le imprese italiane: aumentare la distribuzione dei prodotti made in Italy all'estero non solo nelle grandi città, ma anche nei centri medio-piccoli, potenziando l'azione di mass-marketing per garantire una copertura capillare del territorio.

I risultati della ricerca sono stati presentati durante il Convegno intitolato"Come ci vedono gli altri: le nuove sfide globali del Made in Italy"- che si è tenuto il 17 giugno 2004, alla presenza del ministro Marzano e dei nomi "top" dell'imprenditoria italiana: per il terzo anno consecutivo, è stato quindi riproposto l'appuntamento con il convegno del Comitato Leonardo in Campidoglio, a Roma.
Al Convegno hanno partecipato, oltre ai Presidenti del Comitato Leonardo, Laura Biagiotti, dell'ICE, Beniamino Quintieri e di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, illustri imprenditori - Nerio Alessandri, Guido Maria Barilla, Alberto Bombassei e Vittorio Merloni - che nel corso di una interessante tavola rotonda, moderata da Bruno Vespa, hanno dibattuto le tematiche relative alla percezione dei prodotti italiani all'estero. Il Convegno ha ricevuto quest'anno, oltre a quello del Comune di Roma, anche il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il Comitato Leonardo è nato nel 1993 con l'obiettivo di promuovere ed affermare la "Qualità Italia" nel mondo. Il nome di Leonardo, non a caso, riporta alla magica alchimia tra arte, scienza e tecnologia: tre forme d'espressione della capacità intellettuale dell'uomo che riflettono il successo del nostro Paese a livello internazionale (sia dal punto di vista dell'immagine, sia dal punto di vista economico).
Promuovere l'Italia come Sistema Paese vuol dire metterne in rilievo le doti di imprenditorialità, creatività artistica, raffinatezza e cultura che si riflettono nei suoi prodotti e nel suo stile di vita. E' per questo che il Comitato ha istituito un Premio Leonardo da assegnare annualmente alla personalità italiana o straniera che meglio abbia rappresentato l'Italia nel mondo, e tre Premi Leonardo Qualità Italia da assegnare a tre leader d'azienda che abbiano registrato importanti successi sui mercati internazionali.
Il Comitato promuove inoltre eventi culturali (quali seminari, conferenze e manifestazioni per illustrare singoli aspetti della creatività italiana e del "Made in Italy"), premi di laurea, mostre e altre iniziative di alto livello, contatti internazionali per far conoscere agli operatori stranieri le possibilità offerte dal nostro Sistema Paese.
Il Comitato è frutto dell'iniziativa di un gruppo di imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura desiderosi di condividere quest'obiettivo di valorizzazione dell'Italia e della sua originalità attraverso la realizzazione di eventi di alto profilo culturale ed economico.
L'ICE e la Confindustria forniscono l'appoggio operativo alle iniziative del Comitato per valorizzare ciò che l'Italia può offrire, creando delle sinergie tra produzione, arte, cultura e scienza.
Nella sua attività il Comitato Leonardo ricorre alla collaborazione di tutti gli Organi Istituzionali che sono preposti alla promozione e alla diffusione degli interessi italiani all'estero. Ne fanno parte - inoltre - le più alte cariche dello Stato tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli Affari Esteri e il Ministro delle Attività Produttive.

Scarica la ricerca, in formato Powerpoint (1,2 Mb)



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I numeri della Cina

PIL paese n mln di $ a prezzi correnti - 2005 : 1.681.909

Scambi col paese (totali tutti i settori).
  • Esportazioni val. in migliaia di euro - 2005 : 4.605.437
  • Importazioni val. in migliaia di euro - 2005 : 14.130.802
  • Saldo assoluto val. in migliaia di euro - 2005: -9.525.365
  • Saldo Normal. (%) : -50,84

Fonte: I.C.E.


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