21.1.10

China pisa los talones a Japón tras cerrar 2009 con un crecimiento del 8,7%
El aumento del PIB del gigante asiático rebasa los dos dígitos en el último trimestre del año

EFE - Pekín - 21/01/2010


Los planes de estímulo económico diseñados por Pekín han evitado que la crisis económica mundial afectara en exceso a su crecimiento económico, del 8,7% en 2009, según datos del Buró Nacional de Estadísticas (BNE), con lo que China está cerca de superar a Japón como segunda economía mundial. Sin embargo, este imparable crecimiento no está exento de riesgos, como la aparición de burbujas, tal y como quedó evidente ayer al anunciar las autoridades de Pekín un endurecimiento del crédito para evitar un sobrecalimento económico.
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La economía del gigante asiático ya creció a dos dígitos (10,7%) en el último trimestre del año, cifra que supone su el ritmo más rápido de crecimiento desde 2007 y contrasta con el 6,1% que marcó durante la fase aguda de la crisis en el primer cuarto de 2009, precisamente el crecimiento trimestral más bajo en China desde 1992. No obstante, el dato definitivo anual es inferior a 2008, cuando crecía a un ritmo del 10,8%.

Pese a esta moderación, el dato del conjunto del año supera las previsiones del Gobierno, que esperaba un avance del 8% a mitad del ejercicio y las del Banco Mundial, que si en julio auguraba un repunte del 6,5%, a cierre del tercer trimestre elevó esta cifra a una horquilla de entre el 8% o el 8,4%. La razón, los 586.000 millones de dólares y la política monetaria flexible adoptadas por Pekín para hacer frente al deterioro económico, entre otras medidas.

Además, frente al crecimiento de China, el resto de grandes potencias como EE UU, Japón y la UE, se mantienen en tasas interanuales negativas, aunque empiezan a sacar la cabeza del agua al cerrar el tercer trimestre, últimos datos disponibles, con tasas intetrimestrales positivas. En este peridodo, la eurozona creció un 0,4% frente al nivel que tenía a finales de junio gracias al tirón de sus principales economías, dejando atrás a España, aunque seguía retrocediendo un 4,7%.

China "se ha recuperado y avanza en una dirección favorable" tras superar "el tiempo más difícil para el desarrollo económico nacional en el nuevo siglo", ha destacado hoy en rueda de prensa el director del BNE, Ma Jiantang, al presentar las cifras. En cifras absolutas, el Producto Interior Bruto (PIB) en 2009 alcanzó los 4,91 billones de dólares (3,47 billones de euros).

El Banco Popular de China decidió elevar en medio punto porcentual los requerimientos de capitalización de los bancos del país, actualmente fijados en el 15,5% para las grandes entidades y en el 13,5% para los bancos de menos tamaño, para endurecer su postura monetaria y atajar la creación de burbujas y el sobrecalentamiento de la economía del gigante asiático, lo que condicionaría su crecimiento. Un fenómeno que arrastraría al conjunto de Asia y los principales países emergentes, y del que no se libraría ni Estados Unidos, ni Europa, ni prácticamente nadie.
Processo-breve per lui, 500 mln per loro
di Claudio Fusan
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Scempio penale. E scempio contabile. Un mancato incasso per la casse dello Stato che si aggira su centinaia di milioni di euro. Non solo negata giustizia per i cittadini che vedranno dichiarati morti processi ancora non conclusi. Anche un danno erariale di cui, chissà quando, sarà possibile avere un conteggio preciso. Siccome il processo breve prima versione era ad alto rischio di incostituzionalità, proponenti e relatori si sono dati da fare per allargarne il più possibile i campi di applicazione oltre il penale, coinvolgendo anche i reati contabili e le persone giuridiche, la responsabilità amministrativa delle società, quelle di Berlusconi comprese.

La verità è che sarebbe più giusto definire il processo breve una norma non per una persona sola (Berlusconi) ma «per la casta» (il copyright è di Gianpaolo D’Alia, Udc), in difesa dei privilegi e degli abusi della casta. I reati contabili, ad esempio. Il Pd sta preparando un’interrogazione parlamentare per sapere nel dettaglio quanti sono i procedimenti davanti ai vari distretti della Corte dei Conti destinati a morire con il processo breve, a quanto ammonta il danno erariale e a quanto il mancato incasso per lo Stato, cioè il risarcimento a cui sono stati condannati i vari amministratori che hanno sprecato e frodato le casse pubbliche. Il senatore Casson ha un dato che parla di 500 milioni di euro di danno erariale (inferiore è la cifra del risarcimento). Angelo Buscema, presidente del sindacato delle toghe contabili, ha avviato un monitoraggio nei vari distretti per avere nel dettaglio i giudizi che da subito verrebbero spazzati via dal provvedimento (decadono i procedimenti se dalla citazione a giudizio sono trascorsi cinque anni senza che si sia arrivati a un giudizio di I grado).

Le regioni più interessate sono Lazio, dove pendono giudizi di responsabilità per le consulenze ministeriali e sul caso Rai-Meocci, Lombardia (inchieste su appalti, sanità e assunzioni facili da parte del sindaco Moratti) e Campania dove sono incardinate da più di cinque anni molti giudizi che riguardano i rifiuti. I magistrati contabili spiegano che il problema non è la lunghezza dei loro processi quando il fatto che spesso devono sospenderli in attesa del penale.

Tra i sicuri beneficiati dalla norma emerge, in pieno conflitto di interesse, il senatore Giuseppe Valentino, ex di An, che ha un giudizio pendente davanti alla Corte dei Conti del Lazio per una storia di sprechi e consulenze quando era sottosegretario alla Giustizia con il Guardasigilli Roberto Castelli. Bene: Valentino è anche l’autore delle norma, colui che materialmente l’ha scritta per salvare, quindi, se stesso. Altri beneficiati sono lo stesso Castelli (anche lui ha dato una mano a scrivere il testo), gli onorevole Iole Santelli e Alfonso Papa, tutti del Pdl, coinvolti in quella stagione di consulenze facili.

Un’altra faccenda che rischia di essere cancellata riguarda l’ex cda della Rai, a maggioranza di centrodestra, che nel 2005 nominò Alfredo Meocci direttore generale Rai pur essendo incompatibile. La Procura regionale della Corte dei Conti ha chiesto 50 milioni a 16 sedici persone tra cui l’ex direttore generale Flavio Cattaneo e l’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco.
Tra i beneficiati risultano, al momento, anche il sindaco di Milano Letizia Moratti per un procedimento che ancora una volta riguarda assunzioni e consulenze al comune di Milano. E molti amministratori campani che in questi anni hanno sperperato decine di milioni di euro con il business dei rifiuti.

Il processo breve è un’amnistia generale. Non solo penale. Anche, soprattutto, contabile. Per non parlare dei benefici per le società tra cui Telecom (dossier Tavaroli), Impregilo (750 milioni di illecito profitto negli appalti dei rifiuti), la Green holding di Grossi e Italease imputata per omessa vigilanza sui presunti reati commessi da ex manager della banca. Più casta di così.

20 gennaio 2010