9.12.09

Continua a calare la Borsa
di Atene e l'euro si indebolisce

ATENE
Il declassamento del debito sovrano della Grecia e la ristrutturazione dei 26 miliardi di dollari di debiti di Dubai World creano allarme sui mercati. I timori per Grecia e Dubai frenano le Borse europee e fanno calare i listini asiatici, con Tokyo che perde l’1,3%. Anche l’euro ne risente e scende sotto quota 1,48 dollari, toccando in mattinata un minimo di 1,4670 dollari. In Grecia il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou assicura che non c’è nessun rischio di default. «Ci stiamo muovendo nella giusta direzione per rassicurare i mercati e i cittadini» dice il ministro, in un’intervista alla tv Bloomberg, dopo che ieri Fitch ha declassato a 'BBB+' il debito sovrano della Grecia, portando l’outlook a negativo e oggi la stessa Fitch ha messo tutta la finanza strutturata della Grecia sotto osservazione con implicazioni negative.

Papaconstantinou comunque getta acqua sul fuoco e nel suo intervento ricorda che il paese, pur contando sull’ombrello dell’Ue, punta sulle proprie forze per superare la crisi. «La Grecia conta sulle proprie forze - dice il ministro - Non aspettiamo l’arrivo di un salvatore». «Posso assicurarvi - aggiunge - che il governo farà tutto quello che è necessario per recuperare la credibilità persa». «Per il momento - dice ancora il ministro - stiamo chiedendo soldi in prestito a un prezzo più alto, ma non c’è carenza di liquidità sui mercati». Intanto crescono i timori per la crisi di Dubai. La paura è che i debiti a rischio siano quasi il doppio dei 26 miliardi di dollari che Dubai World intende ristrutturare. Si parla di quasi 47 miliardi di dollari, una cifra che coinvolgerebbe anche ad altre società finora rimaste ai margini della temuta insolvenza. Finora i debiti da ristrutturare sono ufficialmente 26 miliardi di dollari e riguardano soprattutto il colosso immobiliare Nekheel, le cui passività nel primo semestre sono cresciute del 7,2% a 20 miliardi di dollari e le cui perdite semestrali ammontano a 3,65 miliardi di dollari. Tuttavia ci sono almeno altre 5 società che potrebbero annunciare a breve la propria impossibilità ad onorare le scadenze sui debiti. Si tratta di Istithmar, Draydocks, Dubai Financial, Dubai Holding Investment e Dubai International Capital.

In questo caso i debiti a rischio salirebbero a quasi 35 miliardi di dollari. Intanto la Istithmar World, il colosso che detiene le partecipazioni internazionali di Dubai World, ha perso W Hotel, la sua catena di alberghi a Manhattan, che è stata venduta per soli 2 milioni di dollari a un’asta di pignoramento. Istithmar fa sapere che questa operazione non rientra nella ristrutturazione del debito di Dubai World ma la perdita è ugualmente pesante. La catena di hotel era stata acquistata per 282 milioni di dollari nel 2006 e all’asta è stata comprata per appena 2 milioni di dollari da LEM Mezzanine, un fondo di private equity legato alla società immobiliare Lubert-Adler Partners.

Intanto il Financial Times fa sapere che un’emissione di bond della Dubai Electrity and Water Authority (Dewa) da 2 miliardi di dollari, con scadenza nel 2036, potrebbe essere riscattata in anticipo il prossimo 14 dicembre, quando scade anche il bond islamico da 4 miliardi di dollari di Dubai World. Dewa smentisce la notizia, anche se l’impressione è che i debiti a rischio di Dubai tendano ad allargarsi a macchia d’olio. Ieri l’agenzia internazionale Moody’s ha declassato il rating di sei società di Dubai World, portando a livello junk e cioè ’spazzaturà il rating di Dp World, uno dei gioielli di Dubai, la società che controlla 49 grandi porti in tutto il mondo e che non rientra ufficialmente nella ristrutturazione. Se anche Dp World dovesse risultare a rischio di default, il debito da ristrutturare di Dubai salirebbe a 46,7 miliardi di dollari, quasi il doppio del debito di cui finora si è annunciata la ristrutturazione.

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