2.3.06

Dogana in Wikipedia



Cos'é la Dogana


Cenni storici


Le prime testimonianze di un organo paragonabile alle odierne Dogane si ha nell'Antica Grecia, circa 2500 anni fa, quando all'entrata della città di Atene, nel porto del Pireo, le merci ivi transitanti venivano sottoposte ad una tassa (sembra del 2%) denominata pentecosté. Imposizioni simili avvenivano anche ai tempi dell' Antica Roma dove veniva imposta una tassa di transito attraverso i territori occupati e dove nacque il termine datium (il dare) che ancora oggi utilizziamo, il dazio. Una caratteristica di queste imposizioni primitive è comunque che non erano tassazioni protezionistiche, ma di semplici introiti per le casse statali.

Una prima forma di tassazione più simile a quella odierna viene considerata quella che a partire dal VIII secolo d.C. veniva imposto in Europa sulle merci in arrivo dall'Estremo Oriente; infatti sul Canale del Bosforo dei funzionari di Dogana preposti provvedevano all'incasso del 10% sul valore della merce.

Unitamente ai materiali, sempre dall'Oriente pare sia stata importata anche la parola dogana, derivata dal termine diwan che indicava sia la parte amministrativa e contabile dello Stato che il mobile da cui il visir prendeva le sue decisioni e da cui è anche nato il termine divano.

Questi primi esempi sono stati sempre più perfezionati nei secoli successivi; la riscossione di tasse sulle merci in entrata nel proprio territorio è stata applicata sino ai giorni nostri e utilizzata da tutte le ideologie politiche.

Dopo la parentesi storica con l'utilizzo nel Medioevo della tassazione sulle merci in entrata nei vari Regni, Ducati e Principati quale semplice vessazione da parte dei signorotti, si può far risalire, almeno in Italia, i primi utilizzi della Dogana moderna alla seconda metà del XVIII
secolo
; a questo periodo storico si fanno risalire le prime imposizioni daziarie fatte per incentivare e proteggere le nascenti industrie nazionali, specialmente del settore tessile.

Si redasse in quel periodo la prima Tariffa Doganale che metteva in relazione i dazi con il tipo di merce importata, più alti per quelle merci che si voleva fossero costruite all'interno del territorio nazionale. Per evitare troppe ritorsioni e per esigenze di interscambio con le altre Nazioni nacquero i primi trattati
bilaterali dove venivano pattuite esenzioni o riduzioni dei dazi stessi in cambio di altrettante concessioni (su altre merceologie) dalla parte opposta.

All'inizio della prima guerra mondiale l'Italia aveva stretto accordi bilaterali praticamente con
tutte le Nazioni del Mondo.

Dopo i due conflitti mondiali nasce l'idea di un grande mercato Europeo dove una delle principali innovazioni è proprio l'abolizione dei Dazi per le merci scambiate all'interno delle Nazioni facentene parte; da questa idea nasce nel 1951 la CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio), primo esempio di materiali circolabili tra le 6 nazioni aderenti (Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo ) senza alcuna imposizione di Tasse se non l'IVA
Nazionale. Naturalmente è questo l' esperimento che preclude alla nascita pochi anni dopo della CEE.


La Dogana odierna

Ai giorni nostri la Dogana ha diversi compiti, dei quali alcuni poco conosciuti, ma principalmente rimane l'ente addetto a controllare i traffici delle merci, non solo ai fini impositivi ma anche in difesa dell'industria e del consumatore nazionale. Per meglio comprendere l'iter e le pratiche seguite da una merce una volta giunta in Dogana è bene sapere:

La Tariffa Doganale (TARIC)

Ogni merce deve per prima cosa essere classificata, cioè abbinata ad un numero specifico. Per farlo, internazionalmente si utilizza la Tariffa Doganale Armonizzata (HTS), un prontuario diviso in Sezioni e Capitoli ordinati per tipologia merce (ad esempio la Sezione I è relativa agli animali vivi, la Sezione II ai prodotti del regno vegetale, fino alla Sezione XX relativa ai Prodotti diversi non classificati altrove e alla Sezione XXI che tratta delle Opere d'arte). Le "Voci"
di questa Tariffa Armonizzata sono composte da 6 cifre.
Ogni Stato può suddividere ulteriormente le merci comprese in queste voci, perciò dalla settima cifra in poi le varie tariffe doganali sono diverse fra di loro. La Tariffa europea si chiama TARIC ed i codici sono di 10 cifre.

Utilizzando questo metodo di classificazione si ottiene il risultato che, ad esempio, il codice doganale HTS 620462 comprende, in tutto il mondo, i pantaloni lunghi, gli shorts, e le salopette di cotone per donna. Nella Taric europea troveremo invece separatamente classificati i tre
capi ed anche altre loro caratteristiche (se da lavoro, se sono di velluto, di jeans, se fatti a mano eccetera). Ovviamente ognuno di questi codici di 10 cifre comincerà con la parte comune "620462** **" .

L'esportazione della merce dallo Stato

In caso di uscita delle merci dallo Stato, la Dogana ha il compito di controllare che le merci siano di libera esportazione, non soggette pertanto a vincoli specifici o a preventive autorizzazioni da parte di altri organi preposti (vedasi ad esempio l'esportazione di opere d'arte soggette a beneplacito da parte della Sovraintendenza alle belle arti o di materiali ad alta tecnologia destinate all'industria bellica controllate a loro volta dal Ministero degli Affari Esteri). Contemporaneamente, e sovente con la collaborazione dello spedizioniere doganale, rilascia all'Azienda esportatrice la cosidettà Bolla Doganale, cioè la conferma della correttezza della spedizione, utilizzabile quale giustificazione della mancata applicazione dell'IVA.


L'importazione nel territorio nazionale

Nel caso di arrivo del materiale dall'estero, la Dogana, oltre che al controllo delle regolarità del traffico è preposta anche all'incasso degli oneri doganali. Previa la catalogazione delle merci in base alla Tariffa Doganale è necessario accertare l'Origine della merce. Con questi due dati è
possibile innanzitutto controllare se trattasi di libera importazione, importazione contingentata a licenza (ricordiamo il caso dei diversi prodotti tessili soggetti ad un massimale dalla Cina o quello del passato in cui erano contingentate le automobili in arrivo dall'Estremo Oriente) o ne sia vietata l'importazione (è il caso di alcuni animali o derivati da animali in via di estinzione) oppure se si tratta di merce soggetta a strettissime formalità autorizzative (armi, droghe, ecc.,).

Il secondo passo è quello di calcolare l'eventuale dazio a cui sottoporre il materiale; si tratta di una tassa nata in tutti gli stati del mondo per fini protezionistici e fiscali.
Attualmente i dazi hanno perso molta parte della loro azione protettiva nei confronti dei prodotti nazionali o comunitari in quanto le loro aliquote si sono ridotte o addirittura azzerate in seguito ad accordi internazionali. I dazi sono applicati sulla base della Tariffa Doganale (TARIC) e sono definiti “risorse proprie” dell’UE in quanto, a parte una piccola percentuale spettante allo Stato percettore, finiscono nella casse dell’Unione Europea.

L'importo del dazio viene calcolato sul valore statistico del materiale che è definito come il valore della merce nel momento in cui varca il confine della Comunità e comprende, oltre al valore di transazione (fattura) tutte le spese, di ogni tipo, sostenute fino al quel momento sulla merce in
questione (dal trasporto, all’assicurazione, alle eventuali spese nello stato di spedizione, ecc.). Quindi, in base ai termini di resa della compravendita concordata con le regole ell'INCOTERMS,
il valore del trasporto può essere aggiunto o parzialmente detratto dall'importo indicato sulla fattura (per es. viene aggiunto se la resa è FOB e viene detratta la parte interna se la resa è CIF).

Il passo successivo è il calcolo dell'IVA dovuta per la cui base di imponibilità si somma al valore di fattura l'importo dei dazi e l'importo del trasporto comunitario se non già calcolato nell'ammontare della fattura di acquisto.

Effettivamente, tutti i suddetti controlli vengono effettuati dalla dogana sulla base della “dichiarazione” presentata dall’importatore quasi sempre tramite un doganalista, o spedizioniere doganale, in cui sono già presenti tutti i suddetti dati. Un eventuale accertamento, anche postumo, di maggiori diritti rispetto alla dichiarazione, dà luogo all’applicazione di penalità.

Attualmente la dogana italiana effettua rigorosi controlli sul rispetto delle norme di sicurezza,
marchio CE, contraffazione ed in generale sul rispetto di tutte le norme relative alle merci importate. Questo, che a prima vista potrebbe sembrare opprimente per i traffici, è della massima importanza per la protezione del consumatore e
delle aziende nazionali che producono in regola con le norme vigenti.

Poiché il territorio doganale è un’unica entità per i 25 Stati dell’Unione, questi sforzi sono spesso vanificati dalla scelta degli importatori di far arrivare le merci attraverso altri Stati comunitari, cercando di approfittare delle nazioni in cui le dogane intendono la loro mansione in funzione prettamente economica e pertanto non effettuano alcun controllo, soprattutto se le merci sono destinate ad importatori di altri Stati membri.

Merci in transito

Nel caso di merci transitanti attraverso il territorio dello Stato, arrivate ad esempio dall'estero in un porto o aeroporto, e destinate ad altra Nazione (o anche ad altra dogana interna italiana), la
Dogana si deve accertare che il materiale non venga illegalmente posto sul mercato, a tal fine emette una Bolla Doganale di Transito; un soggetto del trasporto, normalmente uno spedizioniere, si prende impegno, anche con garanzie economiche, che la merce giungerà alla destinazione dichiarata, pena l'escussione di multe anche molto elevate.

Operazioni di temporanea importazione e temporanea esportazione

Capitano sovente i casi in cui delle merci vengano trasportate provvisoriamente in uno Stato diverso, ad esempio per essere riparate, in questo caso si parla di operazioni di temporanea importazione o temporanea esportazione.
In questo caso il compito della Dogana è quello di accertare che le operazioni avvengano nel rispetto delle leggi; nel caso di importazione, per garantirsi da alcune possibili illegalità (quale ad esempio che merci arrivate temporaneamente vengano immesse sul mercato senza la
liquidazione dei diritti doganali e dell'IVA) richiede il deposito di un determinato importo, restituito solamente a conclusione regolare dell'operazione.

La Dogana in evoluzione

Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo velocissimo dell'informatica, le Dogane, in tutto il Mondo, hanno subito una veloce evoluzione e se, fino ad una ventina di anni fa, le Bolle Doganali erano compilate manualmente, su fogli spesso molto estesi e con controlli alquanto lunghi e laboriosi, oggi tutto avviene in tempo reale.

Sono state predisposte delle procedure semplificate, sia presso le Dogane stesse che presso degli spedizionieri autorizzati, riducendo di molto i tempi tecnici necessari per effettuazione di una pratica doganale. Un secondo passo molto importante è stato il provvedere ad una centralizzazione dei dati presso il Ministero a Roma accelerando molti dei controlli di routine sulle Aziende Esportatrici e Importatrici.

Infine si è anche molto ampliata la collaborazione tra le Dogane dei vari Stati.

Con la modernizzazione e con una politica di collaborazione nei confronti delle industrie e del privato cittadino, la Dogana sta cercando di perdere la sua connotazione secolare di esattore per essere invece considerata un anello importante e necessario della catena produttiva.

Una lamentela attuale da parte del mondo del lavoro è la presenza di un abnorme numero di controlli attualmente effettuati sull'esportazione di comunissime merci, fra l'altro con grande dispendio di energie umane ed economiche, accettato solamente con la speranza che la Dogana tenda probabilmente ad acquisire una maggior familiarità con gli esportatori italiani al fine di arrivare, come in tutto il resto dell'Unione, a considerare l'esportazione una risorsa da aiutare in qualsiasi maniera e focalizzare le proprie energie su un'opera di "intelligence" per stroncare
eventuali traffici illeciti di sensibile importanza.

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