6.7.09

ESTERI

Prima visita a Mosca del presidente Usa.
I colloqui centrati sul taglio delle testate. Annunciata l'intesa sul trattato che sostituirà l'attuale Start del 1991, in scadenza
Usa-Russia, firmato accordo per ridurre arsenali. Obama: "Possibili straordinari progressi"
Medvedev auspica l'apertura di "una nuova pagina nelle relazioni bilaterali"
MOSCA - Stati Uniti e Russia si impegnano a ridurre gli arsenali atomici a 1.500-1675 testate e sino a 500-1.100 vettori balistici, per ciascun paese, entro sette anni. L'accordo è stato firmato oggi a Mosca dal presidente russo Dmitri Medvedev e Barack Obama, insieme ad altri sette documenti, a conclusione del primo round di colloqui del vertice bilaterale in corso a Mosca. La Russia permetterà inoltre l'utilizzo del proprio spazio aereo per il transito dei soldati americani e del materiale militare diretto in Afghanistan. Un accordo significativo, visto l'interesse prioritario della guerra ai Taliban presso gli Stati Uniti, e nell'ottica di rilanciare le relazioni fra Mosca e Washington alquanto tese. Si possono ottenere "straordinari progressi" in vari campi se lavoreranno insieme: con queste parole il presidente americano Barack Obama ha dato il senso della sua prima visita a Mosca. Dal canto suo, Dmitri Medvedev ha auspicato che il vertice possa "aprire una nuova pagina" nella storia delle relazioni russo-americane e ha sottolineato che c'è la possibilità di "prendere decisioni importanti ed essenziali su tutti i temi dell'agenda. In coincidenza con l'arrivo di Obama i mezzi di informazione russi avevano reso noto che era stata trovata l'intesa sul testo che getta le basi per il negoziato di un trattato di riduzione degli arsenali atomici. Il trattato, che entrambe le parti sperano di concludere per la fine dell'anno, sostituirà l'attuale Start del 1991, che scade a dicembre. La dichiarazione di intenti, già stata preannunciata e formalmente firmata oggi al Cremlino dai due capi di Stato darà così il via ai negoziatori per mettere a punto il trattato proprio per la firma a dicembre.
Obama si è detto sicuro che i due Paesi potranno "avanzare sulla direzione tracciata a Londra", un riferimento al primo incontro con Medvedev a margine dello scorso G20. "Su tutte le questioni, come sicurezza, economia, energia, tutela dell'ambiente, tra Usa e Russia ci sono molte più cose in comune di quelle che ci dividono - ha proseguito il presidente americano. "Se noi ci impegneremo e lavoreremo sodo nei prossimi giorni, penso che raggiungeremo straordinari progressi". Anche Medvedev si è mostrato fiducioso, soprattutto nella possibilità di avviare una nuova fase dei rapporti bilaterali dopo le tensioni che hanno caratterizzato l'ultimo periodo della presidenza Bush, in particolare con la guerra in Georgia. "Speriamo che come risultato del nostro lavoro di oggi e di domani, degli intensi colloqui bilaterali a tutto campo, chiuderemo alcune pagine difficili nella storia della relazioni russo-americane e apriremo una nuova pagina", ha dichiarato il capo del Cremlino. "I nostri Paesi si scontrano con vari problemi che noi ora dobbiamo risolvere insieme", ha aggiunto citando quelli economici, la sicurezza mondiale e la riduzione degli armamenti strategici. E ancora: "Ritengo che abbiamo delle possibilità di prendere decisioni importanti ed essenziali su tutti i temi in agenda". Dopo i colloqui al Cremlino e la conferenza stampa congiunta, Obama dedicherà a Medvedev anche la serata: il presidente Usa e la first lady Michelle saranno ospiti di una cena nella abitazione del presidente russo con un numero ristretto di invitati. L'ampio tempo messo in programma per i colloqui consentirà oggi ai due leader di affrontare, oltre alla questione nucleare, anche i temi di maggiore attualità internazionale come l'Afghanistan, l'Iran, la Corea del Nord e il Medio Oriente. I due leader potrebbero anche sottoscrivere un accordo per consentire il passaggio sul territorio russo dei rifornimenti per le truppe statunitensi in Afghanistan. Domani mattina Obama incontrerà invece a colazione il premier russo Vladimir Putin, ancora molto potente, nonostante l'anno scorso abbia lasciato la presidenza, che ha accusato alcuni giorni fa di avere ancora un piede nella Guerra fredda. In seguito vedrà anche Mickhail Gorbaciov.
(6 luglio 2009)

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