1.10.09

Nucleare, svolta nel negoziato
faccia a faccia tra Usa e Iran

dall'inviato di Repubblica VINCENZO NIGRO


Il tavolo a Ginevra
GINEVRA - Sono positivi i primi segnali che arrivano dai colloqui fra il gruppo dei "5+1" con l'Iran. Questa mattina dopo la sessione plenaria in cui la delegazione iraniana ha incontrato i 5+1 (i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania), il negoziatore iraniano Sade Jalili si è riunito assieme ai suoi colleghi con la delegazione americana guidata dall'ambasciatore William Burns. Dai tempi della rivoluzione iraniana del 1979 questo è l'incontro bilaterale più importante che americani ed iraniani siano mai riusciti ad organizzare.

Nel primo pomeriggio si era capito che rispetto alle dichiarazioni della vigilia, l'Iran è arrivato a Ginevra con un atteggiamento negoziale possibilista. Il negoziatore Jalili nel suo discorso introduttivo ha affrontato il tema nucleare per rivendicare il diritto del suo paese all'energia atomica ma comunque accettando di discutere la questione e non rifiutando di farlo come Teheran aveva minacciato alla vigilia dei negoziati.

Un diplomatico occidentale ha detto ad Al Jazeera che "gli iraniani si sono mostrati morbidi dopo che noi abbiamo detto chiaramente che non eravamo venuti a Ginevra per ascoltare le loro idee sui problemi del mondo, ma che abbiamo due quesiti a cui esigiamo una risposta: se l'Iran vuole discutere del programma nucleare e se è disponibile per un'ispezione immediata del nuovo impianto di Qom". La risposta di Jalili non sarebbe stata una chiusura netta, anche se è vero che gli iraniani sono maestri nel negoziato e soprattutto nella tattica del rinvio di qualsiasi decisione.

Dopo 3 ore di discussione gli inviati hanno sospeso i colloqui per il pranzo e per permettere l'incontro Usa-Iran. Secondo Cristina Gallach, portavoce del "ministro degli Esteri" Ue Javier Solana, "la discussione si è svolta in un clima positivo e corretto". Le delegazioni si sono lasciate la porta aperta a qualsiasi sviluppo: il summit potrebbe continuare anche con altri incontri bilaterali e soprattutto tutte le delegazioni hanno mantenuto per stanotte le prenotazioni degli alberghi di Ginevra, in previsione del fatto che il negoziato possa terminare con un breakfast domattina.

Altro segnale interessante è arrivato da Washington, dove ieri sera il ministro degli Esteri iraniano si era spostato da New York. Secondo l'agenzia iraniana Irna, nella capitale Usa Manoucher Mottaki ha incontrato due deputati della Commissione esteri per discutere proprio della possibilità del nucleare. Il ministro aveva accompagnato a New York il presidente Ahmadinejad ed era rimasto negli Usa per altri incontri a margine dell'assemblea generale dell'Onu. Gli Usa gli hanno concesso un visto per visitare anche Washington con la scusa di un incontro con i diplomatici dell'ambasciata pachistana che rappresenta gli interessi iraniani negli Usa. Ma il vero motivo di questa tappa a Washington è stato l'incontro con i due deputati americani, la prima riunione fra un ministro iraniano e due congressmen dai tempi dell'amministrazione Clinton.

Ieri, prima di partire per Ginevra, il capo-negoziatore Jalili (che alla vigilia del nuovo governo era stato dato anche come possibile ministro degli Esteri) aveva detto di essere pronto a "creare un clima positivo". Lo stesso presidente Ahmadinejad, dopo aver ripetuto con forza che "l'Iran non tratterà sul suo diritto all'energia nucleare", aveva avanzato proposte per ricevere dall'estero l'uranio arricchito necessario per il programma nazionale. Una proposta a cui la Francia ha detto di essere "piuttosto favorevole": il ministro degli Esteri di Parigi Bernard Kouchner ne ha parlato in queste ore con i dirigenti russi che ha incontrato a Mosca. L'anno scorso il presidente iraniano Ahmadinejad aveva rifiutato completamente l'idea che l'uranio arricchito potesse essere fornito all'Iran dall'estero, la stessa proposta che sarebbe disposto a prendere in considerazione.

(1 ottobre 2009)

Nessun commento: