6.8.09

Produzione industriale in rosso
Nei primi sei mesi dell’anno si registra una calo del 21,9% rispetto allo stesso periodo del 2008
ROMA
È sempre "profondo rosso" per la produzione industriale che a giugno registra un nuovo, marcato, calo. In particolare, ha comunicato l’Istat, il decremento è stato dell’1,2% destagionalizzato su base mensile e del 21,9% su base annua mentre il risultato grezzo rispetto allo stesso mese del 2008 ha segnato una diminuzione del 19,7%. Gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie registrano tutti variazioni congiunturali negative: -2,7% per l’energia, -2,3% per i beni strumentali, -2,0% per i beni intermedi e -1,0% per i beni di consumo (-2,6% per i beni durevoli, -0,9% per i beni non durevoli). In particolare, poi, la produzione di autoveicoli a giugno, corretta per i giorni lavorativi, è stata pari a -35,2% ripsetto allo stesso periodo del 2008 (il dato grezzo è stato pari a -31,9%).

Non solo è stato inferiore alle attese, ma il dato sulla produzione industriale diffuso oggi dall’Istat potrebbe riflettersi anche sul Pil. Proprio domani, l’istituto di statistica fornirà le stime sul secondo trimestre. E se inizialmente gli economisti si attendevano una contrazione congiunturale dello 0,7% e del 6,1% su base tendenziale, ora non sono più pronti a scommetterci. Secondo gli analisti interpellati da Reuters, infatti, il dato di oggi sulla produzione alza delle ombre sulle stime del Pil. In particolare, Ken Wattret di Bnp Paribas si dice sorpreso dai dati sulla produzione mentre, a suo giudizio, «il Pil del secondo trimestre sarà molto meno debole di quello del primo trimestre, ma potrebbe disattendere le attese, risultando probabilmente peggiore rispetto al consensus». Più rassicurante Laura Cavallaro di Aletti, secondo la quale nonostante il dato sulla produzione sia più basso delle attese, «la tendenza resta quella di una stabilizzazione nei prossimi mesi e di una graduale ripresa». Le speranze comunque si concentrano sul terzo trimestre visto che, proprio dalla ricostituzione delle scorte, potrebbe arrivare un input nei mesi di luglio e di agosto: per Paolo Pizzoli di Ing Financial Markets, verso la fine dell’anno insomma si potrà tirare il fiato.

Grido d’allarme dei sindacati. «Siamo in una situazione di stasi. I dati sulla produzione industriale sono seriamente preoccupanti», ha dichiarato Susanna Camusso, segretario confederale Cgil. «I problemi sono seri - continua Camusso - abbiamo visto quelli sull’occupazione, ora sulla produzione industriale. Se si guardano i dati disaggregati, la diminuzione per l’energia, i beni strumentali, i beni di consumo, significa che non ci sono buone prospettive di investimento». Per Giorgio Santini, segretario confederale Cisl, «meno 1,2% non è un bel dato. Sono necessarie politiche di investimento. Si capisce che la ripresa sarà molto lenta». Infine, Domenico Proietti segretario confederale Uil rilancia: «La proposta della Uil di usare la leva fiscale, riducendo le tasse sulle prossime tredicesime, potrebbe essere buona per favorire la ripresa dei consumi».

dal quotidiano La Stampa online

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