20.6.09

Abruzzo. viaggio nella tendopoli

Abruzzo, viaggio nella tendopoli:famiglie divise, risse e restrizioni

«Aiutateci non ce la facciamo più, qui è come una caserma
Ci hanno già detto che nei giorni del G8 non potremo uscire»


articolo di Lilli Mandara inviata del quotidiano "Il Messaggero"

L’AQUILA (18 giugno) - Ancora quanto, quanti giorni e quanti mesi e quanto caldo ancora ci vorrà, e quanto freddo la notte, e quante rabbie e quante domande senza risposta e quanti no, e pass esibiti e sequestrati e medicine rifiutate, quanti spaventi e quante umiliazioni si consumeranno ancora perché piazza d’Armi torni ad essere la piazza punto e basta e le tende vengano ripiegate, e il filo spinato gettato via, e i volontari alle guardiole la finiscano una volta per tutte di fare i vigilantes e tornino a fare i panettieri i muratori i fornai, e tutti finalmente rientrino a casa. Mesi, se ci credi. C’è delusione sotto la panchina della mensa nella tendopoli di piazza d’Armi, mille e centododici sfollati, tanti stranieri, malumore alle stelle e un livello di tensione altissimo. Ammazzi il tempo così, all’ombra di un albero, dalle otto di mattina alle otto di sera, «sennnò muori là sotto, non ci puoi stare», perché anche se il condizionatore resta acceso, sotto la tenda la temperatura sfiora i quaranta gradi, e la notte invece ci vuole la coperta. Sono quasi le due del pomeriggio e la giovane donna con la frangetta e i capelli scuri ha scoperto soltanto al mattino che dovrà spendere ottocento euro per comprare il vaccino al suo bimbo allergico: «La confezione pagata dalla Asl era custodita nel frigo della farmacia, ma all’improvviso il container è sparito. La Protezione civile mi ha risposto che non può aiutarmi, ho chiamato i carabinieri, niente di niente: dovrò pagare di tasca mia». Dovrà pagarli, come tutti. Perché è dal 29 maggio, racconta un’anziana che abitava a San Pio decimo, che le medicine se le devono pagare di tasca propria, e i detersivi e la carta igienica e i saponi. Una beffa, come gli 800 euro promessi a chi aveva un’attività e non ce l’ha più, o i 400 per le autonome sistemazioni.E allora facciamo finta di essere a casa perché forse qui ci resteremo parecchio, mettiamo il vaso di gerani e il tappeto persiano finto, e il tavolino all’aria aperta col mazzo di fiori, e la parabola per vedere Sky, e stendiamo il bucato, e sediamoci sulla panchina come se fossimo al bar. E raccontiamo: che la mattina ti devi fare il segno della croce prima di entrare in bagno e sperare che quello prima di te abbia tirato l’acqua, che la notte non sparino la musica a tutto volume e non ci siano risse, e che oggi te la diano una forchettata di spaghetti in più e che, racconta Maria, «oggi non ti freghino nella tenda cento euro, la caffettiera o un paio di scarpe, come è successo a me». E’ fortunata, Maria. Non come la signora con i capelli bianchi e gli occhi blu, il figlio è partito per la costa a cercare lavoro, quello che all’Aquila non c’è più, ed è tornato dopo un mese e il suo posto in tenda non l’ha trovato più. Una caserma, un carcere questo, dicono qui sulla panchina: «Hanno diviso la mia famiglia, a mio figlio hanno detto che se stai via tre giorni, dopo non rientri più. L’hanno mandato via, non l’hanno fatto entrare, eppure io il posto in tenda ce l’avevo». E chi viene in visita passa alla guardiola: registrazione, domande, dove vai e perché, documenti prego. E niente più pasti consumati con i parenti: da una settimana i non residenti qui non possono più mangiare, disposizioni nuove, è il G8 bellezza. Famiglie divise, regime da collegio, regole ferree. E adesso comincia la smobilitazione, gliel’hanno detto ai capifamiglia di piazza d’Armi: preparatevi. «Preparatevi perchè andremo via, trovate volontari per pulire i bagni e badare all’organizzazione», e intanto sono andati via i volontari della ”Scuola di pace”, via la farmacia, via il veterinario, hanno levate le tende i clown e la tenda-asilo è transennata, inaccessibile. Fine delle attività. «Cominciano a dimenticarci - racconta Maria Laura Di Nino, reduce da un viaggio a Ostuni offerto dalla Valtur - E ci hanno già avvertito che nei giorni del G8 non potremo uscire da qui». Chiusi nella tendopoli, come i parenti poveri, quelli di cui ci si vergogna un po’. «Io ho una nipotina di 19 mesi che dorme in tenda con noi, siamo in otto e ci avevano promesso un frigo per conservare le sue pappe. Mai arrivato». Stufi, siamo stufi ripete ossessivamente Anna, stufi dei drogati e degli stranieri, delle risse e delle restrizioni: «Ci hanno dato i condizionatori ma è come se non ci fossero, ci avevano promesso i copri-tenda per filtrare i raggi del sole ma se n’è visto solo uno». Cominceremo a metterli da domani, garantisce il capo-campo Andrea Biondaro. Marisa ha sedici anni, sta in tenda con otto parenti e legge Paolo Villaggio, «passo il tempo così, o vado alle scalette a incontrare gli amici del campo, non c’è molto da fare qui. Poi a settembre si vedrà». Il ragazzo agli arresti domiciliari è fortunato, si fa per dire, almeno in tenda ci sta da solo. «Mia madre sta in albergo sulla costa, sennò a 40 gradi qui sotto ci sarebbe rimasta secca», allora si è preso un gattino per avere un po’ di compagnia. C’è un’afa da morire qui alla tendopoli di piazza d’Armi, e l’odore della gomma che frigge, quella delle tende. E’ cominciata la bonifica, letti e brande all’aria aperta per pulire l’erba che marcisce e stendere strati di pietrisco e assi di legno sotto le case di stoffa. Tante famiglie vivono ancora con gli estranei, senza potersi scambiare una carezza. «E in tanti hanno presentato domanda per poter ottenere l’assegnazione di una tenda familiare, e non sono stati accontentati - racconta Laura - eppure tante tende sono vuote, una l’hanno data ai frati. Anche di quelli c’è bisogno, ma prima veniamo noi». Sandra ha una figlia col fibroma, ma non si trova un ospedale per operarla, neppure lontano neppure a Pescara neppure sulla costa. Sandra aspetta, aspetta che questo incubo finisca, che costruiscano le case, i tetti e le scuole, e gli ospedali, e che gli sfollati tornino a essere come tutti gli altri, uomini e donne con la loro dignità. Ma chissà quanto tempo ancora ci vorrà.

4 commenti:

Unknown ha detto...

"Andate lì sulla costa. E' Pasqua, state tranquilli. Noi faremo l'inventario delle case danneggiate, voi prendetevi un periodo, paghiamo noi", ha detto il premier alle persone rimaste senza casa che hanno trovato ospitalità nella tendopoli di San Demetrio.

"Una volta che lo Stato è vicino, sarete serviti e riveriti", ha aggiunto Berlusconi.

Ai bambini che lo festeggiavano gridandogli 'Forza Milan', il capo del governo ha risposto: "Bravi, dite alla mamma di portarvi al mare che ci sono gli alberghi".
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Qui in Spagna i media hanno ironizzato molto sulle dichiarazioni del premier dopo il sisma. Purtroppo avevano di che, non credi?

Claudia ha detto...

Ultimamente aveva anche promesso di mandare i terremotati in crociera. Quell'uomo non è solo dannoso è pure ridicolo.

Unknown ha detto...

Diciamo che e' semplicemente un ipocrita e che degli sfollati non gliene puo' fregar di meno.
Mica siamo sotto elezioni....

Claudia ha detto...

In questi giorni sta passando grossi guai, questa volta non credo che riuscirà ad uscirne fuori, lo scandalo si allarga sempre più e sta assumendo dimensioni incontrollabili. Forse, Berlusconi, non arriverà neppure al G8.