15.6.09

…….Oltre il deserto e il mare

In Italia è stata attuata la politica dei respingimenti che nell’ultima tornata elettorale ha procurato grandi consensi alla Lega nord. Il termine “respingimento” cela in realtà uno dei più grandi atti d’ingiustizia, di crudeltà e d’inciviltà perpetrati ai danni di disperati che fuggivano dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla miseria, dalla fame, alla ricerca di una speranza di vita. Questi esseri umani, giungevano fino a noi dopo aver affrontato il deserto, le angherie, le ruberie al passaggio d’ogni frontiera, gli stupri delle donne, la morte di molti. Quando i sopravvissuti riuscivano finalmente ad arrivare all’imbarco, il grande sogno sembrava ormai a portata di mano, mancava solo l'ultima tappa: la perigliosa seppur breve traversata del mare. In realtà, non poche delle stracariche fatiscenti imbarcazioni finivano con l’affondare insieme con il loro carico di disperati. Ora non arriva più nessuno, almeno via mare, resta comunque quel 90% di immigrazione clandestina che continua ad attraversare le nostre frontiere in modo più o meno avventuroso. Questo ultimo dato non è pubblicizzato, anzi è sottaciuto perché altrimenti il successo ottenuto con l’oneroso accordo raggiunto con la Libia, perderebbe completamente il suo valore. Con grande sorpresa e dolore mi sono resa conto che il gradimento dei cosiddetti ”respingimenti” è trasversale perché è presente a destra a sinistra e al centro. Si è prima creata un’atmosfera di paura e d’insicurezza, si sono mostrati tutti i giorni gli sbarchi dei cosiddetti clandestini e poi si è ricorsi alle maniere forti verso i più deboli, verso chi non può opporsi in alcun modo a questa grande ingiustizia. Un'azione cinica e quasi inutile data l'esigua percentuale di clandestini provenienti via mare, ma con una valenza altamente simbolica ai fini propagandistici.

Abbiamo toccato il fondo quando gli occupanti di tre barconi sono stati soccorsi dalle nostre motovedette. Erano esausti, fra loro donne e bambini, molti presentavono delle ustioni, avevano sopportato ogni sorta di privazioni ma erano felici perché, nonostante tutto, erano sopravvissuti ed ora sarebbero stati accolti, avrebbero posato il piede sul suolo italiano. Finalmente salvi! Molti di loro avrebbero proseguito il viaggio verso altre nazioni europee, magari avrebbero raggiunto alcuni parenti. Purtroppo il sogno è svanito quasi subito, le motovedette hanno ricevuto l’ordine di riportare i clandestini in Libia. E’ stato uno spettacolo atroce e disumano, i nostri marinai hanno confessato di sentirsi terribilmente in colpa, di provare una grande vergogna, ma non hanno potuto disobbedire agli ordini ricevuti. I migranti li supplicavano, piangevano “fratelli non fateci questo” ma l'ordine impartito dal Ministro leghista, non poteva essere disatteso. La pietà non trova spazio dove il sentimento umano è morto. I migranti supplicavano: “ in Libia è terribile, siamo sottoposti alle peggiori vessazioni, rinchiusi in veri e propri lager”. Ma i marinai con la morte nel cuore hanno dovuto ricondurli a Tripoli. I migranti sono rimasti ore nel porto libico, sotto il sole, stremati, abbandonati, una donna è morta. Ho pianto, mi sembra impossibile che siamo diventati così noi italiani, quelli definiti”brava gente” ma forse quella definizione era solo un luogo comune, nato chissà come e perché. Alla prova dei fatti si è dimostrato che di brava gente ce n’è veramente poca.

E l'Unione Europea?

Nonostante la pratica dei “respingimenti” sia messa in atto da un suo Stato membro, l’Unione europea non ha espresso alcuna posizione ufficiale in materia. Il portavoce del Commissario alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, si è limitato a sostenere come «i respingimenti di clandestini trovati nelle acque internazionali [siano] fatti usuali».



Oltre il deserto, oltre il mare…….il nulla.

Claudia

1 commento:

Claudia ha detto...

sì, di brava gente ce n'è veramente poca